Mauro Varotto è l’autore del libro “Il giro del mondo nell’Antropocene. Una mappa dell’umanità del futuro”. Il libro, scritto assieme a Telmo Pievani e pubblicato da Raffaello Cortina Editore, proietta il lettore in un viaggio nell’Antropocene del futuro e mostra, attraverso le mappe realizzate da Francesco Ferrarese, come sarà il nostro pianeta nel 2872. Mauro Varotto è docente di Geografia e Geografia culturale all’Università di Padova ed è stato coordinatore del primo Museo di Geografia in Italia e promotore del “Manifesto per una public geography”.
Siamo a mille anni dal romanzo “Il giro del mondo in ottanta giorni” scritto da Jules Verne e il protagonista di questo viaggio Ian Fogg – che nasce dalla penna di Telmo Pievani ispirato da Phileas Fogg, il protagonista del libro di Verne – ci racconta di un mondo in cui il livello del mare è salito di 65 metri a causa della fusione totale delle calotte glaciali. Nel libro si mescolano tre linguaggi diversi: quello narrativo di Telmo Pievani, quello cartografico di Francesco Ferrarese e quello saggio-scientifico di Mauro Varotto. Il viaggio che il libro propone ha origine, prima che a Cape Town, all’Università di Padova, in una teca esposta nella Sala dedicata ai cambiamenti climatici del Museo di Geografia: in essa è conservato il manoscritto autografo della voce Clima redatto per l’Enciclopedia Treccani nel 1931 da Luigi De Marchi, geografo fisico e meteorologo in cattedra all’Università dal 1903. Fu lui il primo a proporre – e a presiedere dal 1928 – la prima Commissione scientifica internazionale per lo studio delle variazioni del clima, antesignana dell’attuale IPCC -Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, istituito dall’Organizzazione meteorologica mondiale e dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente nel 1988.