È un progetto di Utopia impresa per la cultura e l’impresa che ha come obiettivo la creazione di un’Agorà intesa come un luogo ideale in cui si dà spazio al pensiero e si fa cultura in tutte le sue forme ed espressioni. E la cultura qui non è intesa come erudizione ma come visione del mondo, libertà e consapevolezza da coltivare dentro di sé e quindi anche nell’anima dell’impresa.Agorà era la piazza centrale della pòlis greca, considerata luogo di riunione e centro religioso della città, intorno alla quale sorgevano i monumenti pubblici più importanti, templi e portici per creare luoghi di sosta al riparo dal sole e dalle intemperie. Agorà oggi è il centro dell’impresa, un luogo ideale in cui fare cultura d’impresa e per l’impresa. Agorà è nutrimento per l’impresa. È approfondimento ed elaborazione culturale condivisa.

L’impresa come laboratorio dell’anima

Il progetto Agorà 2024 segue un percorso articolato in sei video dialoghi tra Marzia Tomasin e alcuni degli ambasciatori di Utopia impresa. Assieme a Vito Mancuso, Felice Limosani, Roberto Mordacci, Benedetta Giovanola, Maurizio Ferraris, Remo Anzovino, nella splendida cornice di Villa Pace – una dimora storica risalente al 1686 che si trova nel cuore del Friuli – verranno affrontati alcuni dei temi fondamentali del tempo presente. Etica, utopia, intelligenza artificiale sono solo alcuni degli argomenti sui quali questi grandi pensatori si esprimeranno, cercando di tradurre in orientamenti pratici ciò che è massima espressione delle rispettive discipline.

«Una mente tutta logica è come un coltello tutta lama. Fa sanguinare la mano che lo usa». Lo diceva il filosofo, poeta e scrittore bengalese Rabindranath Tagore. Qui lo si può leggere come un invito a riflettere su quella bontà intelligente che anche l’impresa deve coltivare nutrendosi di bellezza, bene e giustizia come i protagonisti di questi incontri cercheranno di trasmettere.

Quel lupo universale chiamato desiderio

Esistono delle trappole contemporanee nelle quali anche l’impresa rimane imprigionata come quella dell’economia che si scontra con l’ecologia o della tecnologia che sfida la coscienza. Come uscirne? Serve un orientamento, uno scopo che non sia centrato esclusivamente su di sé o sul profitto, ma alimentato dal pensiero, dal sapere e dalla cultura. Dal libro “Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione” scritto da Vito Mancuso, all’individuazione di un percorso di consapevolezza e a una visione dell’impresa come essere senso, musica, arte e bellezza.

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